Una delle modalità di trattamento integrata con l’approccio kinesiologico più efficaci è l’utilizzo di Tecniche Manuali secondo una visione più globale ed olistica.
Questo tipo di trattamento è caratterizzata dall’integrazione tra le manualità occidentali e le manualità orientali utilizzando in modo sinergico l’approccio strutturale e l’approccio energetico.
L’obiettivo del trattamento in questo caso, a differenza di quanto avviene nelle tecniche manuali utilizzate in altri settori – estetico, fisioterapico, ecc., è espressamente mirato a stimolare la miglior espressione delle risorse vitali della persona presa nella sua globalità.
Ad esempio, come descritto dalla Legge Regionale n. 2/2005 le Tecniche Manuali Olistiche sono “…finalizzate al recupero e al mantenimento dello stato di benessere della persona e a favorire la piena espressione della vitalità, e possono essere utilizzate in modo sinergico in base ai diversi approcci formativi sulla base del percorso formativo ed evolutivo seguito”.
All’interno di queste tecniche troviamo:
– Stimolazioni manuali su parti specifiche di muscoli
– Massaggio lungo i meridiani di Agopuntura;
e soprattutto:
– Unwinding Miofasciale
– Biodinamica Craniosacrale
Undwind, dall’inglese “srotolare-rilassare”, significa eseguire un ascolto specifico su determinate strutture fasciali del corpo. Attraverso questo ascolto si dà la possibilità alle strutture fasciali in squilibrio o in tensione di rilasciarsi e quindi di rilassarsi, favorendo anche il corretto equilibrio delle strutture muscolari sottostanti. Si tratta quindi di un approccio molto gentile, ma efficiente nel ripristinare l’equilibrio e la vitalità dei tessuti del corpo, permettendo anche un miglioramento dell’equilibrio posturale globale.
Questa tecnica fa riferimento ad un particolare tipo di ascolto dove il termine “Craniosacrale” si riferisce all’oggetto dell’ascolto che è effettuato tramite lieve contatto manuale (da non confondere con il massaggio o con altre tecniche fisioterapiche e osteopatiche), su particolari strutture del corpo, tra cui la zona cranica e la zona sacrale.
Questo tipo di ascolto interagisce con le aree del corpo considerate fondamentali per la propagazione dei ritmi biodinamici e ne permette la loro regolazione.
Tutte le tecniche di Craniosacrale hanno come origine comune le intuizioni dell’osteopata William Garner Sutherland. Ancora studente alla facoltà di osteopatia, Sutherland scoprì che il cranio e tutto ciò che contiene è progettato per il movimento respiratorio. In cinquant’anni di ricerche Sutherland continuò ad approfondire l’esplorazione di quello che oggi è chiamato il Sistema Respiratorio Primario Craniosacrale, arrivando a definire un sistema a molti livelli che respira autonomamente a partire da una potenza più profonda che agisce all’interno dei fluidi corporei. Sutherland chiamò “Respiro della Vita” questa forza che ci anima. Il ritmo vitale della respirazione polmonare diventò secondario rispetto alla Respirazione Primaria, un movimento involontario che anima tutte le cellule del nostro corpo, intese come un’unità di funzione.
I ritmi biodinamici sono quindi l’espressione della forza vitale del “Respiro della Vita” che permea l’intera matrice energetica dell’individuo.
Questa disciplina dolce e non invasiva, opera allo scopo di preservare, consolidare e favorire lo stato di ben-essere della persona, considerata nella sua globalità somatica (fisica, emozionale ed energetica) stimolando le risorse presenti nel sistema dell’essere umano.